Martedì, 10 Marzo 2020 08:34

DPI per la protezione delle vie respiratorie

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DPI PER LA PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE

Protezione delle vie respiratorie: definizioni, rischi, norme.

Tutti gli ambienti di lavoro producono polveri o sostanze più o meno inquinanti. Ecco una guida agli strumenti per la protezione delle vie respiratorie.
Qualunque tipo di attività industriale o artigianale produce, nelle sue lavorazioni, delle sostanze microinquinanti, che si disperdono nell’ambiente di lavoro e con le quali siamo costantemente a contatto, siano esse più o meno pericolose per il nostro organismo.

Possibili danni alle vie respiratorie sul lavoro.

I danni che il corpo umano può subire alle vie respiratorie possono derivare sia dal contatto con questi inquinanti, polveri, piuttosto che fumi o vapori che siano, ma anche per un’insufficienza di ossigeno nell’aria che si respira.

Nel primo caso, cioè quando il corpo assorbe sostanze pericolose, si possono verificare malattie polmonari, intossicazioni acute o croniche, lesioni da radiazioni, tipi diversi di tumori o altri tipi di danni, come per esempio le allergie.

Un’insufficienza di ossigeno può causare un danno irreversibile alle cellule cerebrali e, nei casi più gravi, anche la morte. L’entità del danno dipende generalmente dalla concentrazione e dalla durata dell’effetto della sostanza pericolosa, dalla modalità in cui questa agisce sul nostro fisico (se si deposita nei polmoni, se viene assorbita nel sangue), dall’affaticamento dovuto al lavoro svolto, dalla frequenza e dal volume di respirazione, nonché dalla specifica condizione fisica della persona.

Una terza situazione di rischio è legata anche alle temperature estreme, ambienti talmente ostili che possono portare alla morte.

È chiaro come la situazione non sia assolutamente da sottovalutare, ma vada ben calibrata e gestita a seconda della situazione e degli inquinanti presenti in ogni ambiente di lavoro.

Tipologie di inquinanti per le vie respiratorie.

I contaminanti sono suddivisi in questo modo:

Polveri: particelle fini generate dalla frantumazione di materiali solidi
Nebbie: minuscole goccioline liquide a base organica o a base acquea che si creano da operazioni di spruzzo.
Fumi: particelle solide molto fini, si formano quando si fonde o vaporizza un metallo che si raffredda in modo veloce.
Gas: sostanze allo stato aeriforme a pressione e a temperatura ambiente.
Vapori: forma gassosa di sostanze che, a temperatura ambiente, si trovano allo stato liquido o solido.
Dispositivi di protezione delle vie respiratorie: terminologia utile. Prima di entrare nel dettaglio dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, detti anche apparecchi di protezione delle vie respiratorie (APRV), facciamo una piccola premessa sulle tipologie di dispositivi.

Dispositivi di protezione facciale: sono i dispositivi che coprono naso e bocca, come le mascherine.
Semimaschere: più grandi dei facciali, interessano il naso, la bocca e, possibilmente, il mento.
Maschere a pieno facciale: come dice la parola stessa, questi dispositivi coprono oltre a naso, bocca e possibilmente mento, anche gli occhi.
Respiratori a pressione negativa: sono respiratori che sfruttano meccanicamente la respirazione per prelevare aria contaminata dall’atmosfera per restituirla, all’interno del dispositivo, depurata. La depurazione avviene attraverso un filtro.
Sistemi a ventilazione assistita: questi apparecchi funzionano grazie ad un motore elettrico ventilato che preleva aria contaminata dall’atmosfera che viene fatta passare attraverso un filtro e restituita pulita all’interno del dispositivo di protezione
Sistemi ad aria compresa: sono dispositivi dotati di una fonte indipendente di aria pulita e respirabile che viene trasmessa direttamente al DPI per le vie respiratorie.

DPI per le vie respiratorie: la classificazione

Si suddividono in:

  • DPI Facciali filtranti antipolvere. Sono comunemente chiamati mascherine monouso di protezione o facciali filtranti antipolvere. Rispondono alla norma EN 149. Questi dispositivi sono testati e a loro volta di classificano in tre diverse categorie. La categoria è determinata dall’efficienza del filtraggio dell’aria.
    • Classe FFP1: questa classe indica che il dispositivo protegge contro gli aerosol liquidi (polveri) e solidi non tossici quando questi sono concentrati nell’ambiente fino a 4,5 volte il valore limite di soglia*. Sono tutti quei dispositivi utilizzati nei casi di abrasioni con ruggine e vernici, lavori edili con gesso, marmo e cemento, nella sanificazione ambientale, nella lavorazione delle granaglie.
    • Classe FFP2: in questa classe rientrano tutti quegli apparecchi che proteggono contro aerosol solidi e liquidi (polveri) con un livello di nocività compreso tra il basso e il medio, la cui concentrazione arriva fino a 12 volte il valore limite di soglia previsto dalla normativa. Questi dispositivi sono da utilizzare per carteggiare il legno, le vernici, gli stucchi e i metalli leggeri; per la lubrificazione di macchinari, saldature, nebulizzazione di oli e/o siliconi; nelle fonderie; nella distillazione dei solventi; nella verniciatura a spruzzo, nella nebulizzazione dei pesticidi.
    • Classe FFP3: indica i dispositivi di protezione in caso di aerosol solidi e liquidi (come nebbie oleose e nebbie a base acquosa) altamente tossici con una concentrazione fino a 50 il valore limite di soglia. I loro utilizzo è dedicato agli ambienti dove si fanno lavorazioni di metalli pesanti con cromo, nichel e piombo, nello smaltimento dell’amianto e di altri rifiuti tossici; dove si impiegano fibre di vetro; nelle industrie farmaceutiche e petrolchimiche.

Le mascherine di protezione possono essere dotate di una valvola di espirazione che ha la funzione di far uscire l’aria calda riducendo così il calore e l’umidità che si formano nel dispositivo. Questo facilita la respirazione ed offre un comfort maggiore. Un alto elemento di comfort può essere la dotazione dei carboni attivi, che contribuiscono ad assorbire e eliminare i cattivi odori.

Come utilizzare e quando sostituire le mascherine facciali filtranti.

Tutte le mascherine di protezione delle vie respiratorie sono monouso e strettamente personali. Vanno tenute al riparo dai contaminanti fino al momento del loro utilizzo. Vanno impiegate per un turno lavorativo e comunque sostituite qualora fossero danneggiate, o visibilmente contaminate e ogni volta che la respirazione si fa difficoltosa a causa della saturazione del materiale filtrante.

Valore limite di soglia*: o TLV (Threshold Lomit Value)
La concentrazione media ponderata nel tempo (considerando un giorno lavorativo medio di 8 ore, per 40 ore settimanali) alla quale si ritiene essere esposti i lavoratori, senza effetti nocivi per la salute. Si misura in milligrammi per metro cubo per le polveri e in parti per milione per i gas e vapori.

Respiratori a filtro con maschera pienofacciale o semimaschera portafiltro e inserto filtrante.

Sono i dispositivi utilizzati in tutte quelle situazioni e ambienti di lavoro dove l’atmosfera è inquinata da gas e vapori. Possono essere abbinati a filtri antigas o a filtri antipolvere.

Le semimaschere sono dispositivi riutilizzabili che coprono naso, bocca e mento e sono dotate di valvola di espirazione. Possono essere realizzate in silicone o in gomma. Sulle semimaschere vengono applicati uno o più filtri sostituibili.

Le maschere pienofacciali sono dispositivi che coprono tutto il volto con una visiera trasparente, sono dotate di valvola di espirazione e garantiscono una tenuta maggiore rispetto alle semimaschere. Proteggono sia le vie respiratorie sia gli occhi e sono riutilizzabili.

Classificazione dei filtri per le maschere di protezione delle vie respiratorie.

I filtri vengono inseriti sulle maschere e semimaschere e sono destinati a trattenere inquinanti solidi o aeriformi. Si differiscono per la colorazione delle bande, dove ogni colore si riferisce allo specifico inquinante che rimuovono.

  • Filtro BIANCO: è il filtro utilizzato per le polveri.
  • Filtro TIPO A, colore MARRONE: viene utilizzato per determinati gas o vapori organici con punto di ebollizione superiore ai 65° (come specificato dal produttore).
  • Filtro TIPO B, colore GRIGIO: da utilizzare per determinati gas e vapori inorganici (come specificato dal produttore) escluso il monossido di carbonio (CO).
  • Filtro TIPO E, colore GIALLO: si utilizza per l’anidride solforosa ed altri gas e vapori acidi (sempre come specificato dal produttore).
  • Filtro TIPO K, colore VERDE: da utilizzare per l’ammoniaca e i derivati organici dell’ammoniaca.
  • TIPO NO-P3, colore BLU-BIANCO: si utilizza per gli ossidi di azoto. Protegge anche dalle polveri.
  • TIPO Hg-P3, colore ROSSO-BIANCO: utilizzato per il mercurio. Protegge anche dalle polveri.

I filtri A-B-E-K sono a loro volta classificati in base alla loro capacità filtrante:
Classe 1: bassa capacità (fino a 1.000 ppm)
Classe 2: media capacità (fino a 5.000 ppm)
Classe 3: alta capacità (fino a 10.000 ppm)

FILTRI COMBINATI: associano diversi tipi di filtri (A-B-E-K) e devono soddisfare ognuno dei requisiti prescritti separatamente per ogni tipo di filtro. Pertanto sono anche identificati con ognuno dei colori corrispondenti. Ad esempio: un filtro ABEK2P3 dovrà essere identificato con i colori marrone, grigio, giallo, verde e bianco.

Normative Europee sui Dispositivi di Promezio delle Vie Respiratorie.

Norme Europee sui facciali

EN149:2001: Facciali filtranti per la protezione da polveri
EN 405 (1993): Facciali filtranti con valvola per la protezione da gas o da gas combinati alle polveri
EN 140 (1999): Questa Norma specifica i requisiti per le semimaschere e i facciali da utilizzare come parte di un dispositivo per la protezione delle vie respiratorie. Questi facciali possono essere utilizzati in sistemi a pressione negativa, a ventilazione assistita o ad aria compressa.
EN 136 (1998): Questa Norma specifica i requisiti per le maschere a pieno facciale da utilizzare come parte di un dispositivo per la protezione delle vie respiratorie. Questi respiratori possono essere utilizzati in sistemi a pressione negativa, a ventilazione assistita o ad aria compressa.
Norme Europee sui Filtri
EN 141 (1991): Filtri per gas e filtri combinati. Questa norma specifica i requisiti minimi dei filtri per gas e dei filtri combinati da utilizzare come parte di un dispositivo per la protezione delle vie respiratorie. I filtri per gas rimuovono i gas e i vapori specificati. I filtri combinati rimuovono particelle solide e/o liquide nonché determinati gas e vapori.
EN 143 (1990): Filtri per polveri. Questa norma specifica i requisiti dei filtri per le polveri da utilizzare come parte di un dispositivo per la protezione delle vie respiratorie. I filtri per le polveri sono classificati in base alla loro efficienza filtrante. Le classi dei filtri per le polveri sono tre: P1, P2, e P3.
I filtri P1 si usano solamente per la protezione da polveri solide.
I filtri P2 e P3 sono classificati in base alla loro capacità di rimuovere particelle solide e nebbie o soltanto particelle solide.
EN371 (1992): Filtro per Composti Organici a Basso Punto di Ebollizione - Filtri AX
EN 372 (1992): Filtri per Specifici Composti – Filtri SX

Norme Europee sui Sistemi a Ventilazione Assistita

EN 146 (1991) – Dispositivi a ventilazione assistita per la filtrazione delle polveri con elmetti o cappucci che forniscono protezione da solidi o aerosol solidi e liquidi. Il dispositivo è costituito da un elmetto o cappuccio dotato di una visiera che copre almeno il volto (occhi, naso, bocca e mento), da un motore elettrico ventilato e da uno o più filtri per polveri. La ventola fornisce all’utilizzatore un flusso di aria ambiente filtrata. L’aria eccedente il fabbisogno dell’utilizzatore viene scaricata mediante una valvola di esalazione o altre uscite.
EN 12941 (1998)* - Dispositivi filtranti a ventilazione assistita con elmetti o cappucci che forniscono protezione da specifici gas e vapori, particelle (aerosol solidi e/o liquidi) o combinazioni di gas e particelle. Incorporano un congegno per la segnalazione del livello del flusso d’aria.
(* La norma EN 12941 subentra alla EN 146.)
EN 147(1991) – Dispositivi a ventilazione assistita per la filtrazione delle polveri con maschere a pieno facciale, semimaschere o facciali per la filtrazione delle polveri per la protezione da solidi oppure aerosol solidi e liquidi. Il dispositivo comprende una maschera a pieno facciale, una semimaschera o un facciale, un motore elettrico ventilato ed uno o più filtri attraverso i quali passa tutta l’aria alimentata al respiratore ed una o più valvole di esalazione attraverso le quali viene scaricata l’aria in eccesso e l’aria espirata.
EN 12942 (1998)* – Dispositivi di filtrazione a ventilazione assistita con maschere a pieno facciale, semimaschere o facciali che forniscono protezione da specifici gas o vapori, particelle (aerosol solidi e/o liquidi) o combinazioni di gas e polveri. Il dispositivo filtrante può fornire alimentazione di aria continua oppure dipendere dalla respirazione.
(* La norma EN12942 subentra alla EN 147.)

Norme Europee sui Sistemi ad Aria Compressa

EN 270 (1994) - Sistema ad aria compressa con cappuccio diverso da un autorespiratore, in cui all’utilizzatore viene fornita aria di qualità respirabile da una fonte di aria compressa.
EN 1835 (1999) – Sistema ad aria compressa per utilizzo leggero con cappuccio diverso da un autorespiratore che alimenta all’utilizzatore aria di qualità respirabile a partire da una fonte di aria compressa.

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