Iniziative
Settore funi in edilizia tra miglioramenti normativi e prevenzionistici
Scritto da AmministratoreSono ormai alcuni anni che le attività con accesso su fune sono entrate nell’ordinario lavorativo edile. Nonostante dubbi e perplessità iniziali, il settore ha visto nascere nuove aziende specializzate con utilizzo di tali modalità, dove in sostituzione di opere provvisionali (ponteggi) e/o attrezzature speciali (PLE), vengono adottati sistemi di accesso su fune.
Tali attività innovative hanno sviluppato due linee di pensiero, una a favore dell’uso delle funi, l’altra nettamente contraria. Proprio quest’ultima linea di pensiero, spalleggiata dalla potenza delle associazioni di categoria del settore edile, sta facendo sempre più breccia nelle istituzioni tanto che alcuni hanno preso posizione contro l’utilizzo delle funi, dando origine a linee guida che praticamente sono a favore del “divieto”, limitandole a poche attività operative, soffocandone sia la grande potenzialità dinamica che la velocità di esecuzione, nonché evitando un'attività con un margine maggiore di sicurezza sul lavoro in quota.
Ovviamente più tale pensiero si insinuerà negli uffici istituzionali, più sarà alto il rischio della chiusura del settore “funi” in edilizia.
Come è facile immaginare, i danneggiati saranno le categorie dei committenti privati (che dovranno provvedere ai costi di ponteggi e/o PLE anche quando non necessari) ed i nuovi piccoli imprenditori, anima dell’economia italiana, che reinventandosi stanno ponendo le basi per creare un reddito altrimenti non prodotto.
Addirittura, recentemente sono state intraprese delle azioni nettamente a sfavore da parte di alcune istituzioni municipali, che hanno emanato così delle linee guida a tripla firma (municipio, associazione di categoria edile e associazione professionale).
Tali linee guida, che spingono a limitare l’uso delle funi, appaiono ad un lettore non addetto ai lavori non del tutto errate, ma ad una disamina attenta di chi invece è ben addentrato nel settore, tali motivazioni partono da ragionamenti fuorvianti basandosi solo ed esclusivamente su una mera interpretazione, di parte, della normativa e favorendo per lo più soggetti vicini ai “poteri forti”.
Noi crediamo nel libero sviluppo del mercato a favore di una migliore sicurezza e professionalità, senza cartelli oligopolistici che lo regolano limitandone le sue potenzialità, siamo ad oggi l’unico e reale interlocutore, il quale sta cercando di difendere questo specifico settore contro le ostilità degli attuali oppositori.
Grazie alle relazioni intessute con alcune istituzioni da svariati anni, abbiamo ottenuto la giusta credibilità da parte di alcuni componenti di ASL, INAIL e Università, per intraprendere un percorso a garanzia del corretto uso professionale degli accessi su funi.
Stiamo intraprendendo un lavoro di ricerca, affiancato da quelle parti che voglio un miglioramento della sicurezza sul lavoro, per garantire la giusta miglioria delle attività con accesso su fune nel settore edile. Una ricerca scientifica istituzionale, che IRCoT ha già intrapreso nel 2015 in qualità di soggetto privato rappresentativo del settore.
Pertanto è fondamentale che tutte le aziende, operanti con accesso e posizionamento su fune, siano associate ad IRCoT, compatte all’unisono, ad affiancare l’unico ente a garanzia dei loro diritti.
Il Presidente IRCoT
Pagina di aggiornamento dell'iniziativa
La professione del soccorritore non ha uno specifico contratto collettivo. Lo scopo di questa causa è quello di finanziare la stesura di un contratto per gli operatori del soccorso, la loro tutela legale, garanzie assicurative adeguate, riconoscimento nelle sedi istituzionali della figura e delle garanzie costituzionali.
Alla fine della raccolta, i fondi saranno destinati a finanziare l'ente di I.R.Co.T. Internetional Rescue Safety, Emergency and Rescue. I.R.S.E.S. deputato al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
1) collaborazione alla stesura di un contratto collettivo specifico per il soccorritore professionale aziendale;
2) ricerca e sviluppo del programma formativo ad-hoc di abilitazione e mantenimento delle qualifiche di soccorritore aziendale;
4) creazione di una scuola di specializzazione per il personale soccorritore;
5) la tutela degli operatori italiani in Italia ed Europa.