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Sabato, 29 Ottobre 2016 10:07

Danni dall'uso dell'assorbitore

Danni dall'uso dell'assorbitore

Premesse

I danni possibili derivanti da sistemi anticaduta sono stati il centro di ricerche e prove a carattere medico della NASA (National Aeronautics and Space Administration) e della AGARD (Advisory Group for Aerospace and Development). I lavori provengono dal settore aerospaziale effettuati dal 1950 al 1960 ed hanno evidenziato grossi rischi localizzati nell’area delle vertebre cervicali, toraciche e lombari ed identificano danni agli organi interni causati dalle alte decelerazioni lungo la direzione piedi-testa.

Gli studi furono effettuati considerando imbragature avvolgenti l’intero corpo (tipo full) e indicarono un 5% di probabilità di danno con una accelerazione di 12 g circa.

Alcuni di questi lavori furono successivamente esaminati da un gruppo di lavoro del CEN (European Committee for Standardization) che li utilizzò per fissare in 6 kN la massima forza di arresto per un dispositivo di arresto caduta utilizzato da un lavoratore nel settore industriale che indossa un'imbragatura specifica, tenendo conto dei seguenti fattori:

  • differenza nel tipo di imbragature usate, in quanto quelle in uso nel lavoro industriale hanno una conformazione diversa dagli imbrachi utilizzati negli esperimenti aereonautici;
  • minore preparazione fisica alle sollecitazioni da parte dei lavoratori dell’industria;
  • larga fascia di età nei lavoratori dell’industria con età media più elevata rispetto a militari e sportivi.

Si è deciso pertanto di adottare una decelerazione massima di 6 g con l’impiego di un cordino lungo 2 metri (che poteva dunque consentire una caduta libera di 4 metri considerando un fattore di caduta pari a 2).
Un’imbragatura ben avvolgente il corpo riduce gli effetti delle decelerazioni nell’arresto della caduta. La letteratura scientifica riporta che, per un corpo ben sostenuto da una imbragatura, le vertebre presentano una migliore resistenza in quanto la massa muscolare e i tessuti del corpo forniscono un supporto idoneo ad azioni agenti per brevi periodi di tempo. Inoltre, una colonna vertebrale sollecitata con una forza frenante il più possibile allineata con la verticale presenta un minore rischio di danno: infatti, quando l’individuo non è ben imbragato o il corpo forma un elevato angolo con la verticale , il rischio di flessione della spina dorsale è maggiore. Il carico dovuto alla rapida frenata deve essere pertanto distribuito, per quanto possibile, sulla massima area del corpo per evitare concentrazioni di forze con il risultato di sottoporlo a sollecitazioni di flessione e taglio. Il carico dovrebbe essere trasmesso per quanto possibile direttamente allo scheletro, preferibilmente via struttura pelvica e non via colonna vertebrale.

Ulteriori rischi sono a carico degli organi interni a causa della loro inerzia durante l’arresto. La spina dorsale è trattenuta dalla massa muscolare, ma il cuore, i polmoni, l’intestino e gli altri organi formano un insieme, contenuto nella gabbia toracica, libero di muoversi come in sospensione e che risulta più influenzato dagli effetti del jolt.
Fisicamente il jolt rappresenta la rapidità con cui l’assorbitore dissipa l’energia di caduta. Una decelerazione molto rapida produce seri danni al corpo. Il corpo umano può tollerare livelli di jolt molto alti per brevissimi periodi di tempo: il jolt crea danni consistenti quando la sua durata e la sua ampiezza crescono.

Durante la caduta di un utilizzatore si hanno tre fasi principali:

  • Caduta libera: dove non si hanno effetti di arresto, ma si è sottoposti alla sola forza di gravità;
  • Caduta frenata: entra in funzione il dissipatore composto principalmente dall'assorbitore di energia, ma anche dagli altri elementi della catena di trattenuta quali imbraco, cordini ed elementi del sistema di ancoraggio;
  • Arresto di caduta: l'utilzzatore subisce l'ultima forza di arresto.

caduta su disipatore

Sperimentazione

Dati sperimentali sull'utilizzo di diversi assorbitori hanno fornito valori interessanti sulle forze accusate dall'utilizzatore durante l'altezza di caduta frenata. Dato che l'assorbitore d'energia ha una forza frenante fissa, ne deriva che l'energia residua che viene accusata dall'utilizzatore è in funzione del suo peso. Pertanto utilizzattori con peso minore si arresteranno in meno tempo di altri con peso superiore. Quindi la decelerazione accusata da un utilizzatore con peso inferiore sarà superiore di uno con peso maggiore.

Da questi presupposti le possibili lesioni saranno maggiormente a carico di utilizzatori con peso minore.

La tabella seguente mostra i dati forniti dalle prove eseguite dal centro ricerche Inail di Monteporzio Catone.

forza frenante Small

Dai valori ricavati in funzione delle prove sperimentali dirette su tre diverse tipologie costruttive di assorbitori sono stati calcolati i valori medi rappresentati nei seguenti diagrammi elaborati dal centro ricerche IRCoT Academy:

60kg Small

80kg Small

100kg Small

tirante Small

tirante coeffErr Small

Conclusioni

Il confronto dei dati sperimentali con i valori teorici calcolati evidenziano uno scarto minimo dovuto agli errori del sistema ed ambientali. Possiamo concludere che i valori teorici, a meno di un margine di sicurezza aggiuntivo dovuto alle differenti caratteristiche costruttive dell'assorbitore, possono essere presi come parametro di riferimento per il calcolo effettivo del tirante d'aria.

I valori sulle lavorazioni a quota bassa, ovvero tra i 2 ed i 7 metri effettivi (8,25 metri normativi), evidenziano la ovvia e inutile efficiacia del sistema basato sull'utilizzo del solo assorbitore come elemento principale di salvataggio. In poche parole il solo assorbitore non garantisce affatto la sicurezza dell'operatore. Pertanto a tali quote dovrà essere adottato un sistema il quale pevede la sostituzione dell'assorbitore con sistemi di posizionamento che trattengono la caduta oppure di caduta limitata (al massimo 60 cm) nel caso si necessiti di una certa libertà di movimenti da parte dell'operatore. Pertanto i cordini da utilizzare non potrenno essere superiori a 60 cm con fattore di caduta 1. A tal proposito non si può più considerare utilizzabile il punto di ancoraggio anticaduta EN361, posizionato sull'imbragatura a livello dorsale o sternale, ma solamente gli attacchi laterali EN358 (da utilizzarsi in coppia) quello ventrale EN813.

In definitiva possiamo riassumere l'utilizzo delle attrezzature secondo la seguente tabella:

Altezza di lavoro effettiva

Lunghezza max del cordino

Tipologia anticaduta

2-5 metri

0,60 m

Nessun dissipatore

5-6 metri

1,00 m

Dissipatore

6-7 metri

1,50 m

Dissipatore

7 metri ed oltre

2,00 m

Dissipatore

Alcuni imbraghi sono dotati di un attacco retro-lombare EN358 da considerarsi solo in caso di trattenuta dalla caduta su piani stabili, quindi da evitarsi su ponti mobili (PLE) o strutture che possano esporre l'operatore a cadute causate da movimenti volontari o involontari.
Tali risultati evidenziano la sempre più crescente necessità di professionalità da parte degli operatori del settore alto rischio, i quali sono chiamati ad utilizzare più tecniche safety durante una singola fase lavorativa, siano che esse siano chiamate in causa da una sequenza di manovre specifiche oppure una più complessa applicazione di manovre parallele.

Il presente disciplinare tecnico ha fornito due dati importanti:

  1. le possibili lesioni dall'utilizzo dell'assorbitore senza una classe di peso saranno maggiormente a carico di utilizzatori con peso minore;
  2. l'utilizzo dell'assorbitore senza una valutazione preliminare della quota di lavoro porta all'inefficacia totale del dispositivo.
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